Nel mondo dei servizi gestiti, la flessibilità sta diventando un fattore non negoziabile.
I Managed Service Provider (MSP) si stanno spostando in ambienti sempre più complessi e con tale complessità deriva la necessità di un set diversificato di strumenti per gestire efficacemente le infrastrutture IT. Mentre le soluzioni mono-fornitore possono offrire semplicità, possono spesso limitare l’agilità e l’innovazione di cui gli MSP di oggi hanno bisogno per prosperare. È qui che entra in gioco il concetto di ecosistema aperto, una soluzione che consente agli MSP di creare un set di strumenti personalizzato su misura per le loro esigenze specifiche.

David Weeks, VP of Partner Experience presso N‑able, è un convinto sostenitore del potere degli ecosistemi aperti nel settore MSP. Mi sono seduto con lui in un recente podcast per approfondire l’importanza degli ecosistemi aperti per la futura competitività di MSP.

David è ansioso di sottolineare che gli MSP dovrebbero avere la libertà di scegliere i migliori strumenti per le loro circostanze uniche, senza essere confinati in un ecosistema mono-fornitore. Spiega: “Nessun fornitore può essere tutto per tutti gli MSP. Semplicemente non funziona così”. Adottando un ecosistema aperto, gli MSP ottengono la flessibilità di integrare i migliori strumenti di razza in tutti i settori e fornire il massimo livello di servizio ai propri clienti.

Perché gli ecosistemi aperti sono importanti


Al centro di questa discussione c’è la realtà che gli ambienti IT sono più complessi che mai. Gli MSP ora si occupano di un’ampia varietà di esigenze dei clienti, dalla sicurezza informatica alla gestione del cloud, alla conformità e oltre. Una soluzione con un unico fornitore spesso non riesce a soddisfare tutte queste richieste. David nota che mentre gli MSP potrebbero consolidarsi sotto un unico fornitore

“bisogna porsi la domanda, stai ottenendo il meglio della razza? Hai la versatilità di cui hai bisogno?”

In un ecosistema aperto, gli MSP non sono costretti a scendere a compromessi. Possono selezionare gli strumenti più adatti alle esigenze specifiche dei loro clienti, assicurandosi di fornire sempre il servizio di massima qualità. La capacità di integrare vari strumenti, che siano per la sicurezza, il backup o la gestione dei servizi IT, offre agli MSP la libertà di adattarsi ed evolversi man mano che la loro base di clienti cresce e cambia.

La necessità di flessibilità diventa ancora più cruciale man mano che gli MSP si spostano verso l’alto in ambienti più grandi. “Quando prendiamo in considerazione la co-gestione o la co-partnership con l’IT interno, ci saranno scenari in cui diranno ‘Usa i nostri strumenti e falli comunicare con i tuoi’ afferma David. In queste situazioni, uno stack rigido e mono-fornitore può essere limitante, riducendo la capacità dell’MSP di collaborare efficacemente con i propri clienti.

Uno dei vantaggi principali di un ecosistema aperto è la capacità di integrare più strumenti che comunicano tutti in modo fluido. Non si tratta solo di integrazioni di base, ma di creare un ambiente in cui gli strumenti possono scambiare informazioni in tempo reale e lavorare insieme per risolvere i problemi.

David descrive questa collaborazione come una funzione di “orchestrazione”, con l’ RMM che funge da hub centrale per tutti i dati raccolti. “L’RMM e quell’aggregazione di dati diventano un orchestratore”, spiega. “Con quei dati, dice, ok, chi intraprenderà l’azione?” Ciò consente agli MSP di automatizzare più processi, ridurre i carichi di lavoro manuali e migliorare l’efficienza a tutti i livelli. Gli strumenti non si integrano semplicemente, ma comunicano in modo bidirezionale, consentendo loro di prendere decisioni senza intervento umano.

Ad esempio, se un RMM rileva un problema, può automaticamente notificare uno strumento di sicurezza per intervenire o creare un ticket nel PSA. Se il problema persiste, può inoltrare il problema a un altro strumento. Questa orchestrazione non solo migliora la capacità dell’MSP di rispondere agli incidenti, ma garantisce anche che vengano sempre utilizzati gli strumenti giusti per i lavori giusti.

Inoltre, gli ecosistemi aperti offrono agli MSP un maggiore controllo sulla loro strategia aziendale. Integrando strumenti di diversi fornitori, possono gestire il rischio in modo più efficace. David sottolinea che quando si affidano a una soluzione di un singolo fornitore, gli MSP potrebbero trovarsi di fronte a un “singolo punto di errore” se il set di strumenti di quel fornitore non soddisfa tutte le loro esigenze. Con un ecosistema aperto, tuttavia, possono scegliere la soluzione migliore per ogni aspetto della loro offerta di servizi, mantenendo al contempo un approccio di gestione unificato.

Dare più scelta agli MSP e ai loro clienti

Forse uno degli argomenti più convincenti a favore di un ecosistema aperto è la libertà di scelta che offre sia agli MSP che ai loro clienti. Nel mercato odierno, molte aziende, in particolare quando si inizia a muoversi nell’arena aziendale, hanno già relazioni consolidate con i fornitori e set di strumenti. Forzare un cliente a passare a uno strumento nuovo e sconosciuto non è solo poco pratico, ma può anche mettere a repentaglio la relazione con il cliente.

David sottolinea l’importanza di dare ai clienti gli strumenti per portare i propri strumenti sul tavolo. “Se sei in un unico stack in un ecosistema chiuso, è estremamente difficile”, afferma. “Potresti mettere a repentaglio le tue opportunità o le tue relazioni”. Al contrario, un ecosistema aperto consente agli MSP di dire: “Va bene, porta i tuoi strumenti, porta i tuoi dispositivi, porta le tue esigenze… consentiremo loro di parlare tra loro”. Questo tipo di flessibilità rafforza le partnership e consente agli MSP di incontrare i propri clienti dove si trovano, anziché costringerli a una soluzione unica per tutti.

In questo modo, gli ecosistemi aperti non servono solo a semplificare la vita degli MSP, ma anche a fornire un valore reale ai clienti offrendo loro le migliori soluzioni disponibili. Che si tratti di integrare strumenti esistenti o di introdurne di nuovi, un ecosistema aperto consente agli MSP di creare un’offerta di servizi realmente personalizzata e adattabile.

Il futuro degli ecosistemi aperti nel panorama MSP

Con l’evoluzione della tecnologia, il settore MSP sta raggiungendo un punto di svolta. David ritiene che, in futuro, gli MSP richiederanno di più ai loro fornitori.
“Il canale deciderà”, afferma, “e penso che la tendenza cambierà molto rapidamente”. Mentre gli MSP cercano soluzioni più versatili, ci si aspetta che i fornitori collaborino tra ecosistemi, anziché creare piattaforme isolate e chiuse.

Questo cambiamento promette di offrire vantaggi significativi agli MSP, consentendo loro di prendere decisioni più intelligenti, aumentare l’efficienza e offrire più scelta ai propri clienti. Adottando ecosistemi aperti, gli MSP possono sfruttare i migliori strumenti disponibili, lavorare senza problemi con l’infrastruttura esistente dei propri clienti e, in definitiva, fornire risultati migliori.

Costruire un forte ecosistema integrato

In un mondo in cui complessità e personalizzazione sono essenziali, il modello di ecosistema aperto offre agli MSP la flessibilità e la scelta di cui hanno bisogno per avere successo. Come spiega David, “C’è abbastanza business per tutti noi come venditori e fornitori di servizi. Più lavoriamo insieme, più vinciamo tutti”.

 

 

 

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Articolo originale:

The Power of Open Ecosystems for MSPs

Pete Roythorne

Credits Articolo

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